Il triste processo di de-romanizzazione della Roma

“Lascio la Roma, ma era mejo morì”
Queste le dichiarazioni di Totti durante la conferenza stampa di oggi, in cui ha presentato le dimissioni dal ruolo che aveva in società. Un ruolo che fondamentalmente è stato “attivo” più a livello visivo e di marketing che effettivamente dirigenziale. I nomi non vengono fatti direttamente, ma i riferimenti all’America sono stati abbastanza chiari ed espliciti. 
Stiamo assistendo a un vero e proprio processo di de-romanizzazione, che qui di seguito andremo ad analizzare in vari punti.
1) Il 16 Aprile 2011 un gruppo di imprenditori italo-americani acquista da Unicredit la maggioranza delle quote dell’A.S.Roma, ed il 27 Settembre dello stesso anno Thomas DiBenedetto, uno degli imprenditori, in seguito al C.D.A. viene nominato presidente.
2)In seguito ad un’annata fallimentare, terminata con un 7° posto e con la mancata qualificazione all’Europa, nell’Agosto del 2012 DiBenedetto, reputando completo il primo processo di americanizzazione della società, fa un passo indietro e lascia le redini a James Pallotta, un altro dei soci che hanno acquistato la società. Importante segnalare che durante quella stagione, in rosa ci fossero 15 giocatori italiani (giovani esclusi), di cui Totti, De Rossi, Curci, Caprari e Greco a formare il gruppo “romano de Roma”.
3)Il 28 Maggio 2017, Totti gioca la sua ultima partita con la Roma prima di appendere gli scarpini al chiodo, o meglio, prima che qualcun altro li appendesse al suo posto. Questo si evince dalle dichiarazioni dell’ex capitano romanista, che si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa, dopo una serie di anni pesanti passati in silenzio, subendo senza dir nulla, pur di non causare il male a quella società ma soprattutto a quei tifosi che l’hanno amato cosi tanto.
Tutti sappiamo che mi hanno fatto smettere”, ha detto in modo molto schietto e diretto il “Pupone”.



4) Esonerato Di Francesco, dalla 28° giornata in poi del campionato scorso, sulla panchina viene chiamato Claudio Ranieri, un altro di quei romani legatissimi alla squadra. “Domani sono a Trigoria”, sarebbero state le parole di quest’ultimo a Totti, quando era stato contattato dalla società per subentrare a Di Francesco.
In dodici partite porta a casa 6 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Un risultato niente male, che però non basta per la qualificazione in Champions League; in molti si sono chiesti se effettivamente lo stesso Ranieri sarebbe potuto restare sulla panchina giallorossa anche per la prossima stagione, ma lui, avendoci visto lungo, ha declinato l’offerta dal giorno successivo al suo arrivo nella capitale. “Sono qui perché la Roma mi ha chiamato, da tifoso ho risposto con tutta la buona volontà. Finito questo campionato, finirà anche il mio lavoro alla Roma", aveva dichiarato il tecnico romano. Viene normale chiedersi le motivazioni di questa scelta, soprattutto considerando il fatto che il tecnico capitolino non ha, al momento, nessun accordo con altre squadre.

5) Il 14 Maggio 2019, dal nulla, arriva un’altra notizia bomba: In conferenza stampa Daniele De Rossi comunica che non giocherà per la Roma nella prossima stagione, causa ovviamente una scelta societaria. Meglio tenersi Nzonzi? Beh, per quanto visto nella scorsa stagione il capitano è sembrato giocare, nonostante qualche acciacco fisico dovuto all’età, di gran lunga superiore al mediano francese. 
“Mi è stato comunicato ieri, ma io ho 36 anni e non sono scemo. Lo avevo capito, se nessuno ti chiama per ipotizzare un eventuale contratto la direzione è quella. Ho sempre parlato poco perché non volevo distrarre squadra e tifosi”.

Queste le parole di De Rossi in conferenza stampa. Anche lui, come Totti, ha messo l’amore per la maglia prima di tutto, dei soldi, del suo nome, dei tifosi, della società e della dirigenza. Perché è questo quello che fa una bandiera, mette sopra tutto l’amore più sincero nei confronti dei colori giallorossi che fin da bambino sognava di poter vestire, rimanendo in silenzio.

6) Lunedì 17 Giugno 2019, Francesco Totti ha dato le dimissioni da direttore dell’ area tecnica dell’A.S. Roma, e l’ha fatto tramite conferenza stampa di cui ho citato qualche spezzone.
Ricordate i 15 italiani di cui 5 romani del primo anno di Pallotta? Beh, l’anno prossimo (attualmente) la rosa sarà costituita da 8 italiani (la metà) e dai soli Florenzi e Pellegrini come romani, nonche rispettivamente capitano e vice-capitano.
Chiacchierando con un amico romanista, mi ha detto che, a parer suo, in una realtà come Roma, i bimbi giocheranno a calcio per strada sperando di diventare un giorno come Totti o come De Rossi, non come Messi o Ronaldo. 
Questo ha suscitato in me qualche dubbio, provando ad azzardare un paragone tra quanto successo con Totti e De Rossi, con quanto successo anni fa con Del Piero alla Juventus.
Ahimè, i ragazzini che ad oggi hanno 10 anni e giocano per strada, difficilmente ricorderanno come giocava Del Piero alla Juventus anni fa, e mi viene da chiedermi. Un bambino, che al giorno d’oggi tifa Juventus, starà sognando di diventare come Del Piero, o come Ronaldo? Purtroppo, immagino la seconda. Ed è normale che sia cosi.
Nella Roma, purtroppo, non si sono preoccupati di “sostituire”, per quanto in fondo difficile sia, un giocatore talentuoso e conosciuto a livello globale come Totti, fondamentale sul rettangolo di gioco tanto quanto fuori. 
A questo punto siamo di fronte ad un bivio che si presenta come una moneta dai due volti: rimanere ancorati al passato, sperando che i ragazzini giochino provando a diventare come Totti e De Rossi, oppure provare a guardare al futuro, magari restituendo un po’ di quella “romanità” che tanto piace ai tifosi e rende fiero il pubblico capitolino.
Come sceglierà di comportarsi la società sembra abbastanza palese, ma la vera domanda è: Come reagiranno ai tifosi, ormai stanchi di esser presi in giro dagli ormai 8 anni di gestione a stelle e strisce?

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