Do you Trust The Process?



La domanda che molti appassionati di pallacanestro d’oltre oceano si pongono è: fin dove possono realmente arrivare questi Philadelphia 76ers?

Dopo una serie di annate terribili, tra il 2012 ed il 2016, nelle quali Philly non si è volutamente qualificata per i P.O. col fine di tankare e ricostruire un roster giovane ma competitivo qualche anno dopo, nonostante un po di sfortuna e i numerosi infortuni, sembra che si sia giunti finalmente ad un nuovo inizio.

Negli ultimi anni son stati draftati e scambiati giovani giocatori che ora sono la base di un progetto abbastanza solido da consentire ai 76ers di poter guardare al futuro con un po' più di positività, dopo tanto tempo.

Ci sono un italiano, un australiano ed un camerunense. No, non è una barzelletta, sono i trascinatori di questa squadra.

OH MAMA, BELINELLI!

Due giorni dopo aver rescisso il contratto che lo legava agli Atlanta Hawks il 9 Febbraio di quest’anno, l’atleta da San Giovanni in Persiceto ha scelto proprio con la franchigia della Pennysilvenia, andando a formare cosi una coppia di guardie tiratrici (assieme a J.J. Redick) di altissimo livello. E, giocando questi play-offs in modo eccellente, ed essendo uno dei migliori per +/- della squadra, Belinelli ha dimostrato di poter essere un fattore chiave in ogni partita.
Philadelphia è la nona squadra nelle undici stagioni Nba del 31enne azzurro, dopo Golden State Warriors, Toronto Raptors, New Orleans Hornets, Chicago Bulls, San Antonio Spurs, Sacramento Kings, Charlotte Hornets e Atlanta Hawks.

“With the first pick in the 2016 NBA Draft the Philadelphia 76ers select Ben Simmons”.
Ben Simmons, uno dei candidati al R.O.Y. (Rookie Of The Year, ovvero matricola dell’anno) ha giocato una stagione superlativa, facendo sempre di più parlare di se e venendo incoronato come “nuovo Re” da nientemeno che LeBron James, che ha affermato di rivedere un giovane se stesso nel playmaker australiano. Ah già, perché è un playmaker di 2.08 che viaggia con la media di 15.8 punti, 8.1 rimbalzi e 8.2 assist a partita e che ha ben 12 partite concluse con una tripla-doppia.

E poi c’è Joel Embiid: Il giovane centro camerunense che sta stupendo sempre di più l’NBA è rientrato dall’ infortunio che l’aveva tenuto per fuori circa un mese (frattura all'orbita dell'occhio sinistro) proprio in gara 3 contro Miami, utilizzando una particolare maschera protettiva che gli ha consentito di scendere sul parquet.
Inizialmente, nonostante le ottime cifre quando chiamato in causa, JoJo ha avuto enormi problemi fisici che ne hanno centellinato l’utilizzo. 
Quattro anni dopo, superati gli infortuni, Embiid è diventato uno dei migliori lunghi Nba, si è guadagnato la prima convocazione per l’All-Star Game e ha conquistato il cuore di tutta Philadelphia (e non solo), mai così innamorata di un giocatore dai tempi di Allen Iverson. 
E pensare che tutto è iniziato quasi per caso in Camerun all'età di 16 anni, prima di andare all’università di Kansas e poi proprio a Philadelphia.
Il suo motto è Trust The Process, con cui invita tutti a fidarsi di lui e del suo immenso talento.
La squadra, guidata da coach Brett Brown, ha evidenziato dei notevoli segni di miglioramento nel gioco e nei risultati  grazie ad una striscia di 16 vittorie consecutive fino al termine della regular season.

Primo turno, avversari i Miami Heat di Coach Spoelstra.
Nonostante alcuni problemi interni (le dichiarazioni, con successiva multa, di Whiteside) la franchigia della Florida si è dimostrata una buona squadra, con uno spirito di gruppo fuori dal normale in Regular Season (menzione speciale va anche ai San Antonio Spurs, probabilmente la squadra che da 20 anni a questa parte rappresenta maggiormente questa caratteristica) nel mondo NBA, dove troppo spesso si tende ad esaltare il singolo.
Delle grandissime prestazioni da parte dei tre sopracitati e di tutta la squadra non lasciano scampo agli Heat di Dwyane Wade (che si dice stia pensando al ritiro, ndr.) e fanno in modo che la serie si concluda la serie sul 4-1.

Gli avversari delle semifinali di Conference sono gli ormai rimaneggiati Celtics di Coach Stevens, usciti vincitori dallo scontro contro il Dio greco Giannis Antetokounmpo per 4-3 nonostante le assenze per infortunio di Irving,Hayward,Theis e Brown.

Gara 1, si gioca al TD Garden, Boston sfodera una prestazione collettiva di altissimo livello : Era dal 2007 (Ray Allen, Paul Pierce e Rajon Rondo) che tre giocatori dei Celtics non facevano registrare tutti più di 25 punti (Tatum 28, Rozier 29 e Horford 26) in una singola partita di Playoff e porta a casa la vittoria nonostante dei Sixer tutt'altro che arrendevoli.

Testa bassa, non una parola, silenzio tombale nello spogliatoio Sixers.
Alla prima défaillance, dopo aver vinto 20 delle ultime 21 partite, già si sentono le voci di chi dice che non si può fare. 
Che sono bravini, si, ma non possono andare lontano.
Che non hanno esperienza per stare ad alti livelli.

Si sa, la gente parla e parlerà sempre.

Embiid e soci ora sono chiamati a rispondere sul campo, come han sempre fatto.

Tutti dubbiosi su come finirà questa serie, intanto godiamoci gara due prevista per venerdì notte alle 02:30.

Ma a Philadelphia non si pongono limiti, si sa, perché sempre più gente ormai crede al processo.

E, come direbbe JoJo, Trust the Process!

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